1. Come un angelo Gianna Nannini 0:13
  2. Storia di un sorriso Gianna Nannini 0:23
  3. E poi viaggiai Gianna Nannini 0:10
  4. Un’anima di sughero Gianna Nannini 0:24
  5. Addio Gianna Nannini 0:27
  6. Il pastore Gianna Nannini 0:15
  7. Ti avevo chiesto solo di toccarmi Gianna Nannini 0:28
  8. Fantasia Gianna Nannini 0:17
  9. Ma lasciati andare Gianna Nannini 0:17
  10. Morta per autoprocurato aborto Gianna Nannini 0:17

Lyrics

Come Un Angelo

Rivedo quella bimba bionda
Scendere lenta le scale
E poi mia madre dire
“Vieni vieni c’è gente”

Davanti a me dei manichini
Si erano già messi comodi
E con le mani dietro io
Vendevo il personaggio mio
Larà larà larà lallalallalà

Io recitavo a memoria poesie
E m’acclamavano mille bugie
Tra tanti inchini fra forme inventate
Le vere essenze si son travasate
E resta quel coro
Che dice che sono che sono

Come un angelo
Come un angelo
Come un angelo
Come un angelo

Ma quale razza mai di angelo
Potevo essere io
In mezzo a un cielo che non era fatto
Per essere mio

Spazzare tutto in un cantuccio
Far di quel mondo un cartoccio
E dalla larga via
Cercare la dimensione mia
Più in là più in là più in là solo più in là

E poi scoprir che c’è un’altra poesia
Se chiami gli altri per correre via
Ad inventare una nuova canzone
Per cui saremo davvero persone

Senz’altro persone
Persone non essere più
Come angeli
Come angeli
Come angeli

Storia Di Un Sorriso

Il mio passo va lungo il fiume torbido
Il mio passo va penso ad un’età
E a questo mondo dove va?

Sto parlando ma scheletriti gli alberi non sentono
Muore il mondo intorno
Ma di là che cosa vedo?

E piano piano
Ecco il suo sorriso
E piano piano
Piano un po’ più piano
E poi più forte fortissimo

Sciogliersi insieme dai vincoli come volatili
Come cavalli liberi
E che cos’è che sento
Precipito dentro
Le valanghe sopra i pregiudizi scendono

Dalla mano mia cade piano il libro di psicologia
Formule sull’uomo per cercare un po’ di buono
L’ansia cresce e va
Corre l’inflazione della realtà
Ma di là dal fiume che succede che succede?

Con un sorriso e quattro braccia giovani
La soluzione di problemi inutili
Con un sorriso e poi stringendosi

Si sono tolti dai vincoli come volatili
Come cavalli liberi
E che cos’è che sento precipito dentro
Le valanghe sopra i pregiudizi Scendono

E Poi Viaggiai

Palmo palmo percorrevo
Quella strada di campagna
Che mi portava diretta lì
Alle tue braccia

Nella tua stanza
Giovani giochi ero un fantasma tra le tende
Quando stringevo la giacca tua

Ero un’adolescente
Ero la tua bambina
Fra le tue mani creta io
Mi confacevo a te

E poi viaggiai
La vita toccherò per nascere
La via mi aprii
Fra spiagge vergini riportandomi alle origini
Io restituisco me a me stessa

E nella schiuma di false realtà
Dove dimora l’umanità
Uomo ti perdi
E con te se ne va

La superiorità
E nasce il volto mio
E dalle tue braccia scivolo
Rapita dalla vita

E poi viaggiai
La vita toccherò per nascere
La via mi aprii
Fra spiagge vergini riportandomi alle origini
Io restituisco me a me stessa
E poi viaggiai
E poi viaggiai

Un'anima Di Sughero

Un’anima di sughero asciutta e priva di peso
Ecco che cos’è
Né triste né innocente né allegro vivevo
Le ore abbandonata a pensare cosa fosse l’amore
Immobile

Violenza piacere bellezza
Chi siete mai?
Vedevo intorno a me la natura

Era senza colori
Gli alberi neri
Gli uccelli frettolosi nel cielo

Oh oh
E dopo l’impressione di trasformare in valzer gli istanti
Con lui davanti
La voglia di acchiappare la vita coi denti
E poi lasciarsi andare e viaggiare sulle braccia del vento
Dormirgli accanto
Sentire salire salire calore

E dopo dare dare
Poi dare senza regola
Dare e cogliere il gridoche da dentro mi prende
Oh oh

Addio

Noi ancora lì
Fra cianfrusaglie la speranza si raccoglie
Ma poi d’un tratto io
Addio soltanto addio
Gli ultimi sguardi dentro me rumori sordi
Rumori sordi

La nostra immagine sfuocata dietro me
Rivedevo i momenti
I vissuti secondi
Lo sguardo maschio suo
Distrattamente poi
Altre donne vedeva
Nuove forme cercava

Ora fuori non piove più
Ma il selciato è ancor bagnato
E può specchiarmi un po’

Così mi racconterò perché gli ho detto
Addio l’ho voluto io
Che cercavo la felicità
A me legandolo sempre più legandolo

Così mi disse che
Gli toglievo l’aria e
Gli ponevo dei limiti
E chiedeva la libertà
La la la

Che potevo rispondere io
Se non addio
Soltanto addio
Gli utlimi sguardi
E dentro me rumori sordi
Rumori sordi

Ti Avevo Chiesto Solo Di Toccarmi

Lo sguardo mio dal viso suo si sposta e sulle cose va
Si spande la mia fantasia
Coprendo la sua realtà
E quello raccontava forse la sua storia
I suoi problemi e cosa ricercasse ora
Ma io dov’ero dov’ero dov’ero io?

Le forme grigie del passato
Ormai me l’hanno insegnato
A cosa sia servito aver fatto e costruito
Adesso domandavo solo sensazioni
E lui prendeva invece le mie mani
E ahi e ahi e ahi e ahi

Ti avevo chiesto solo di toccarmi
Gli risposi io
Per risolvere il travaglio mio
Gli dicevo io accarezzami nell’oblio gettami
Di parlare smetti

E lui povero caro lui continuava a cercarmi
A domandarmi cosa c’era cosa mi prendeva
Capire non poteva la sua virtù
Qual era?

Tacere accarezzarmi e basta e invece lui
E ahi e ahi e ahi e ahi
Tu avevo chiesto solo di toccarmi
Gli risposi io
Per risolvere il travaglio mio
Gli dicevo io accarezzami nell’oblio gettami
Di parlare smetti

Fantasia

Stanco il sentimento si è rinchiuso in me
Roccia in mezzo al vento è l’anima
La spontaneità per spiegare in me
Ha raggiunto già l’inutile

Fantasia spazio per sentirmi mia
Fantasia di emozioni e delusioni
Credere poi ricredersi
E tutto sommato dopo scegliersi

Sola io
Sola io intreccio le mie mani
Sola io
Sola io fiducia nel domani mio

Fantasia spazio per sentirmi mia
Fantasia di emozioni e delusioni
Credere poi ricredersi
E tutto sommato dopo scegliersi

Sola io
Sola io intreccio le mie mani
Sola io
Sola io fiducia nel domani mio

Ma Lasciati Andare

No vi prego lasciatemi stare lasciatemi
Sono stanca mi sento male rimango a casa
Dai ragazzi non preoccupatevi divertitevi
E sarà per un’altra volta sicuro

Ma lasciati andare
E con noi rivivrai volerai
Ma lasciati andare
Due carezze di vento e poi viaggerai

Vi ringrazio ragazzi ma i vostri gesti
Non li sento vibrare no non mi chiamano
Se non avessi le gambe così pesanti verrei con tutti quanti
O forse meglio le sfrutterei per andare

Mi spiace amici ma non posso arrendermi adesso
Che farei? Che alternativa avete voi?
Pupazzi pure voi legati a un fil di fumo
È troppo tardi per sentire qualcuno

La fierezza che è andata via cede il posto all’ironia
Tutti quei visi così buffi così lontani
Avrei voluto soffiarli via insieme a questa anima mia
E volteggiare nel nulla poi senza più fili

Ma lasciati andare
E con noi rivivrai volerai
Ma lasciati andare
Due carezze di vento e poi viaggerai

Morta Per Autoprocurato Aborto

La stanza tua piena di fiori
E due coltelli
I testimoni di un rito
Che non ha padroni

Un rito l’unico rimedio
A libertà negate
A volontà spezzate
E in mezzo al sangue lei per terra
Vinceva la sua guerra

Senza parlare
Senza accusare
Dei suoi tre mesi di dolore di rancore di timore

Ecco con l’immagine
E tutto a un tratto
Mi sembra assurdo
Le strade son di burro
Si scivolava si sprofondava che si faceva noi?

E dov’è il coraggio di continuare a dar la vita
Tra le macerie e se la gente non ci sente più
Forse daranno un paradiso
A donne come lei
Che così han deciso
E in tutta questa distruzione
Io cerco un’altra direzione
E sono già molto lontana
Qualcosa brucia dentro me dentro di me dentro di me

Si torce l’anima
Cos’è successo?
Che cosa resta adesso?
Che cosa suono io?
Le grida spaesate
Le mani morsicate sue

Il Pastore

Canuto il volto bastone accanto
È lui il pastore d’ogni tempo
Il monte nuovo lo raggiungerà
E indietro non tornerà indietro

Le case basse
Le cose ingiuste
Il ritmo lento del lavoro
Sapori odori aromi fermati e imbalsamati

E indietro i suoi dolori ignoti
Indietro morte e guerra
Indietro il mito della terra
Indietro il mito della terra

E poi salire in alto
Dove il silenzio è favola
E liberare l’anima
E liberare l’anima
E liberare l’anima

Lontana l’isola
Voci gridi
Togliere tutte le radici
E camminare avanti
A lunghi passi falcanti

I boschi oscuri a me davanti
E niente più ripensamenti
Lasciare tutto quanto
Per rinunciare al mondo

E poi sedersi su una pietra
E ripensare a un’esistenza
Lontana ormai la sofferenza
Lontana ormai la prepotenza

Ed arrivare in alto
Dove il silenzio è favola
E liberare l’anima
E liberare l’anima
E liberare l’anima

1976

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Gianna Nannini

Release Date : 10 Settembre 1976